Interfidi e il Fondo di Garanzia per le PMI

Le società consortili di Garanzia collettiva fidi sono state da sempre considerate un valore aggiunto nelle operazioni di concessione di credito a favore delle PMI sia osservandole dal punto di vista delle aziende, in quanto elemento imprescindibile per rafforzare il valore delle garanzie prestate alle Banche, che chiaramente da queste ultime, in quanto meno esposte in caso di eventuali insolvenze e meno vincolate nel rispettare i diversi presidi regolamentari imposti dalla BCE.

Un valore aggiunto che però si è via via sminuito, così come sottolineato dal Sottosegretario Massimo Bitonci in una recente intervista sul Sole24ore, anche a causa delle misure straordinarie adottate dal Fondo di garanzia per far fronte alla crisi pandemica del 2020, come l’aumento delle coperture e la ponderazione zero che hanno di fatto aumentato le richieste di garanzie dirette e inevitabilmente ridotto il volume di garanzie prestate dai Confidi.

Al di là di questo aspetto però, è noto a tutti che gli ultimi anni sono stati caratterizzati da ulteriori eventi socio politici che hanno sconvolto e indebolito tutto il sistema economico finanziario mondiale.

Per le imprese italiane gli ultimi 12 mesi, il rapporto con le banche si è fatto sempre più controverso: la maggiore restrizione degli istituti nel concedere nuovo credito, divenuto assai più costoso a causa dell’aumento del costo del denaro, si è accompagnato ad una crescente difficoltà nell’onorare le scadenze dei finanziamenti cosiddetti “in essere”, con le sofferenze bancarie salite di quasi 1,5 miliardi. È quanto segnala il Centro studi di Unimpresa, secondo cui da marzo 2023 a marzo 2024, lo stock totale di prestiti bancari alle imprese italiane è crollato del 4,6%, da 643 miliardi a 613 miliardi.

Nello stesso periodo, i tassi d’interesse sono saliti di quasi un punto, dal 4,30% al 5,26%, seguendo un percorso di crescita costante iniziato nell’estate 2022 quando la Banca centrale europea ha avviato la politica monetaria restrittiva, alzando sistematicamente il livello del costo del denaro fino al 4,5% di settembre 2023 ora sceso al 4,25%. Come detto, la restrizione sul fronte dei nuovi crediti, cagionata soprattutto dalla fiammata dei tassi, ha avuto riflessi anche sul pagamento delle rate dei finanziamenti erogati negli scorsi anni e non ancora rimborsati. Il totale delle sofferenze bancarie riconducibili alle imprese, infatti, è salito di ben 1 miliardo e 495 milioni: dai 17 miliardi e 288 milioni di marzo 2023 si è passati a 18 miliardi e 783 milioni di marzo scorso, pari a una salita dell’8,6% in appena 12 mesi.

In questo contesto di generale incertezza e caratterizzato da un’evidente ritrosia da parte delle PMI ad effettuare investimenti, abbiamo atteso le nuove disposizione operative del Fondo di Garanzia che sono entrate in vigore dal 1 gennaio e che ci hanno dato la possibilità, in quanto Confidi autorizzato dal Medio Credito Centrale da Marzo 2019, di ritornare a lavorare con maggiore costanza sul mercato dei crediti grazie all’aumento del valore per le operazioni di importo ridotto e ad una rimodulazione delle percentuali di Garanzia e controgaranzie da fornire alle Banche in particolare per le richieste di liquidità.

Sappiamo infatti che lo scenario di tassi bassi che ha caratterizzato gli anni precedenti fino a giugno del 2022, unitamente alle iniziative governative a supporto aveva permesso alle aziende di spostare il debito su scadenze medio lunghe, portando benefici al margine di struttura e mettendo, temporaneamente, in secondo piano l’utilizzo di prodotti a breve termine quali ad esempio il fido. In quegli anni infatti abbiamo prestato garanzie prevalentemente su chirografari e ipotecari fino a 10 anni grazie anche all’intervento dei fondi regionali.

Ma l’innalzamento dei tassi e, soprattutto, la normalizzazione della curva con i tassi a breve più bassi dei tassi a lungo, hanno spostato nuovamente l’attenzione degli operatori verso altri prodotti destinati a finanziare il circolante su scadenze a breve.

Senza contare che l’incremento dell’inflazione degli ultimi mesi, dovuto principalmente alla crescita del costo delle risorse energetiche e, dunque, dei prezzi alla produzione, ha avuto un impatto importante sul capitale circolante delle aziende.

La crescita dei prezzi, pertanto, ha determinato per molte aziende un deciso incremento dei crediti vantati verso la propria clientela e la conseguente necessità di poter smobilizzare tali crediti.

In tale contesto abbiamo deciso quindi di concentrarci su soluzioni che potessero al tempo stesso:

-         Rispondere in modo rapido alle richieste di liquidità delle imprese

-         Consentire alle Banche una minore ponderazione

-         Sfruttare le maggiori percentuali di garanzia offerte dai Confidi autorizzati

-         Abbattere il rischio di default delle operazioni di credito

-         Riuscire a ridare all’intervento della garanzia confidi un reale valore aggiunto e non farlo percepire solamente come un costo aggiuntivo

Forti di una sempre più stretta collaborazione con la Banca di Credito cooperativo di San Marzano, analizzando assieme numeri e risultati, siamo convenuti sul fatto che quello dell’Anticipo fatture salvo buon fine potesse essere una risposta alle soluzioni che cercavamo e rappresentare un valido strumento a sostegno della liquidità aziendale, consentendo una sostanziale accelerazione nella generazione di flussi di cassa al servizio dell’attività produttiva e commerciale.

Puntando quindi sui notevoli e indiscutibili vantaggi in termini di controgaranzia a favore delle banche generati dalla riforma del Fondo, siamo riusciti ad ottenere delle condizioni così favorevoli per le imprese tali da rendere il costo delle commissioni di garanzia non solo ammortizzabile ma addirittura necessario ad ottenere delle condizioni agevolate rispetto a quelle attualmente in essere sul rapporto di anticipi, tali da conseguire un risparmio finale sui costi totali dell’operazione.

-         Commissione onnicomprensiva (0,80% fino al 31/12 invece che 2%)

-         Spread Tasso debitore annuo (2,5% invece che 6% e addirittura 0,75% fino al 31/12)

 

Sappiamo bene che Il Fondo di Garanzia per le PMI è stato istituito con una chiara missione: sostenere lo sviluppo e la crescita delle PMI, considerate spesso il cuore pulsante dell’economia italiana. Queste imprese, pur rappresentando una parte significativa del tessuto economico, possono spesso incontrare difficoltà nell’accedere al credito, soprattutto in contesti economici complessi o in periodi di incertezza finanziaria.

Allo stesso modo i Confidi continuano la propria attività con la stessa missione e gli stessi obiettivi. Ecco perché consideriamo il Fondo di Garanzia MCC come un alleato, con cui offrire garanzie e controgaranzie che possano mitigare il rischio per le banche e incentivare gli istituti finanziari a erogare finanziamenti alle PMI.

E’ chiaro che il percorso da affrontare ha presentato e presenterà notevoli sfide, come la gestione efficiente delle risorse e la necessità di adattarsi a contesti economici mutevoli.

In un panorama economico in continua evoluzione la collaborazione tra Confidi e Fondo rimane fondamentale per sostenere la resilienza delle PMI italiane, incoraggiando l’imprenditorialità e stimolando l’innovazione e cruciale nel promuovere la crescita economica e nel mantenere una base solida di imprese che contribuiscono al benessere complessivo dell’Italia.